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Sistemi di Ricarica

Tutto sulla ricarica dell’Amì

Come posso ricaricare l’Amì a casa?

Citroen ha deciso di offrire l’Amì con il sistema di carica più semplice possibile. E’ infatti possibile caricare l’Amì collegandola a una presa Schuko domestica come fosse un qualsiasi elettrodomestico seguendo però alcune accortezze.

La Citroen limita la corrente assorbita a 8 Ampere, quindi assorbirà circa 1700 Watt (8×220 = 1760W). Per una ricarica completa l’Amì avrà bisogno di assorbire dalla rete circa 5kW. Ci vorranno circa 3 ore e sarà necessario utilizzare una presa che sia in buone condizioni e che non si surriscaldi a causa dell’elevato assorbimento.

Da notare che esistono due tipi di prese Schuko: il cosiddetto “standard tedesco” sopporta una corrente di 16A, mentre lo standard “italiano” ne sopporta 10. Anche se 10 sono sufficienti raccomandiamo di utilizzare una presa da 16°, eventualmente sostituendo quella esistente.

Spina e presa Schuko domestica da usare in interni

Cosa fare se non si dispone di una presa Schuko? È possibile utilizzare un adattatore da tripolare piatta a Schuko?

Dobbiamo premettere che utilizzare un adattatore è sempre un rischio. Potrebbe essere accettabile per un uso temporaneo e saltuario ma non sarà questo l’uso che faremo per la ricarica della nostra Amì. Raccomandiamo quindi di sostituire la vecchia presa per una Schuko da 16A. Volendo si potrà anche installare una presa Schuko intelligente che si collegherà al WiFi di casa e ci permetterà di monitorare e gestire in remoto le ricariche. Per esempio, programmando la ricarica in orari notturni quando i nostri elettrodomestici saranno spenti.

Presa “Smart” Sonoff per esterni

Posso usare una prolunga e/o non estrarre tutto il cavo, come raccomandato dalla Citroen?

Il problema è sempre quello del possibile surriscaldamento e non possiamo dire si o no a priori. Vi rimandiamo all’articolo in cui abbiamo analizzato a fondo il tema: Sistemi di Ricarica, uso di convertitori e prolunghe.

Posso lasciare l’Amì collegata anche dopo che ha finito la ricarica?

Una volta raggiunto il 100%, considerando conclusa la ricarica, l’Amì “stacca” il sistema di ricarica ma continua ad assorbire circa 7W, praticamente quanto una lampadina a LED. Se si dispone di una presa intelligente o di un interruttore magnetotermico collegato alla presa si può staccare del tutto. Inoltre, sarebbe sempre meglio staccare l’energia prima attaccare e staccare la spina dell’Amì, soprattutto se la ricarica si fa all’esterno in un ambiente umido o addirittura sotto la pioggia.

Posso installare un wallbox a casa e usarlo per ricaricare l’Amì?

Come è ormai chiaro, non è necessario avere un Wallbox a casa per ricaricare l’Amì visto che è sufficiente una buiona presa Schuko domestica. Ma se a casa avete un Wallbox che usate per la ricarica di un’auto elettrica o se è stato installato, magari insieme al fotovoltaico e al sistema di accumulo, potrete certamente usarlo per la ricarica dell’Amì utilizzando un adattatore/prolunga da Tipo 2 a Schuko. Dovete però assicurarvi che il Wallbox abbia una presa a cui collegare il cavo/adattatore. Infatti, molte Wallbox hanno un solo cavo con la presa Tipo2 da collegare all’auto. In questo caso non sarebbe possibile utilizzarlo per la ricarica dell’Amì.

Questo tipo di Wallbox possiede un cavo incorporato e non può essere usato per la ricarica dell’Amì
A questo Wallbox può essere collegato un cavo/adattatore per la ricarica dell’Amì
Ricarica condominiale

Abito in un condominio, come posso ricaricare la mia Amì?

Ci sono molte variabili che vanno esaminate prima di potere dare una risposta. Naturalmente se si possiede un box o un posto macchina fisso che abbia un punto di energia legato al vostro contatore non ci dovrebbero essere problemi di sorta. Se, invece, si vuole installare il punto di ricarica in un’area comune destinata a parcheggio, allora è necessario presentare in assemblea condominiale (con delibera di maggioranza secondo il comma 2 dell’art. 1136 C.C.) un progetto dettagliato e differenti preventivi di aziende specializzate per l’installazione.

Il primo passo da fare è chiedere all’amministratore di condominio di convocare un’assemblea, con idoneo ordine del giorno, nella quale i condòmini possano discutere sul punto e capire quanti condomini possono essere interessati ad installare questo nuovo impianto.

L’impianto si configura quasi sicuramente come un’innovazione e, pertanto, deve essere sempre approvata con un numero di voti che rappresenti la maggioranza dei partecipanti al condominio e i due terzi del valore dell’edificio.

Questo quorum può essere ridotto alla maggioranza degli intervenuti in assemblea ed almeno la metà del valore dell’edificio, nel caso in cui l’installazione del nuovo impianto collegato alla colonnina di ricarica elettrica per veicoli è abbinato ad un altro impianto in cogenerazione (ad esempio un sistema fotovoltaico con accumulatori di energia).

Un’ulteriore riduzione del quorum, alla maggioranza degli intervenuti in assemblea ed almeno un terzo del valore dell’edificio, è previsto qualora il suddetto intervento sia oggetto di “superbonus 110%” ovviamente come intervento “trainato”.

Fatto questo primo passaggio assembleare, è indispensabile dimensionare i punti di ricarica in rapporto al numero di condòmini, qualora le colonnine si trovino in spazzi comuni ed avere la garanzia che sia data la possibilità a tutti di farne parimenti uso (Art.1102 C.C.).

Per garantire un utilizzo condiviso, le colonnine di ricarica dovranno essere dotate di un sistema che contabilizzi l’energia erogata e permetta una opportuna ripartizione dei consumi.

È possibile ricaricare un’Amì da una colonnina pubblica (Wallbox)?

Bisogna premettere che esistono due tipi di Wallbox: quelli installati in un’area non accessibile al pubblico, quindi privati, e quelli pubblici, installati e operati da gestori e destinati alla ricarica di veicoli elettrici in aree pubbliche.

Per rispondere dettagliatamente dobbiamo prima distinguere fra aspetti tecnico, legali e pratici.

Dal punto di vista tecnico, la prima osservazione è legata al fatto che Citroen ha deciso di scegliere per l’Amì un sistema di ricarica “domestico” davvero semplice: visto che l’unica possibilità di ricarica è in corrente alternata (AC) a 220V monofase, la stessa utilizzata a casa dai nostri elettrodomestici, l’Amì è dotata di una normalissima spina tipo Schuko come quella usata dalle nostre lavatrici o asciugacapelli. Quindi è possibile ricaricare a casa la nostra Amì collegandola a una presa domestica senza bisogno di utilizzare dispositivi particolari come nel caso delle automobili elettriche che sono invece dotate di un tipo di connettore diverso. L’unica accortezza sarà quella di verificare che la presa utilizzata sia dello standard Schuko tedesco che sopporta fino a 16A visto che per la ricarica l’Amì utilizzerà circa 1600-1700W per diverse ore. Una presa non adeguata potrebbe surriscaldarsi. Anche i cavi elettrici utilizzati dovranno essere dimensionati in maniera adeguata: spesso nei vecchi garage l’impianto elettrico è nato solo per fornire l’energia necessaria per illuminazione o per piccoli attrezzi ma non necessariamente per fornire un volume di energia elevato per diverse ore. È anche importante evitare per quanto sia possibile l’uso di spine multiple, adattatori e prolunghe. Nel caso sia strettamente necessario assicurarsi che sopportino il volume di corrente necessario per la ricarica dell’Amì senza surriscaldarsi. Potete fare riferimento a un articolo in cui abbiamo analizzato a fondo il tema che troverete qui:

Questo è quanto necessario per la ricarica dell’Amì in un ambiente domestico ma possiamo anche ricaricare la nostra Amì in un Wallbox privato, nel caso in cui ne possediamo uno nel nostro garage, o in uno pubblico anche considerando il fatto che l’autonomia limitata dell’Amì lo potrebbe rendere necessario?

Sarà innanzitutto necessario considerare che oggi lo standard utilizzato per la ricarica di auto elettriche richiede del cosiddetto “Tipo 2” o “Mennekes”. Il “Tipo 2” è dotato di un connettore a sette poli che consente il passaggio di una corrente alternata monofase di 70 A, e fino a 63 A in corrente trifase, con una tensione massima di 500 V. potenza di 43 kW. Questi valori sono di gran lunga inferiori a quelli richiesti dall’Amì e le prese di questo tipo saranno quindi ampiamente sovradimensionate. Sarà però necessario utilizzare un adattatore che permetta di collegare la spina Schuko dell’Amì e la converta a una presa Tipo 2 che si collegherà al Wallbox.

Presa Tipo 2 “Mennekes”

Esistono nel mercato diversi tipi di adattatori, alcuni cinesi di basso costo e altri più sofisticati e costosi. Quale scegliere?

Dal punto di vista tecnico è possibile che siano tutti adeguati, farà la differenza la qualità della manifattura e la garanzia e il supporto offerti dal fabbricante/distributore. Come tutti i prodotti elettrici dovranno disporre di un “Certificato di Conformità” emesso dal fabbricante o da un’azienda specializzata. Il Certificato di conformità dovrà riferirsi specificamente alle norme relative allo STANDARD DI SICUREZZA IEC 62893-3:2017: Cavi di ricarica per veicoli elettrici per voltaggi fino a 600-1000Volt. Non è legalmente possibile utilizzare un dispositivo che non ne sia provvista e sicuramente non è consigliabile.

Si dovrà anche considerare il fatto che la presa Tipo 2 sarà esposta alle intemperie e alla pioggia, dovrà quindi essere garantita dal fabbricante il livello di impermeabilità minimo IP54, meglio se IP64 o 65. La presa non dovrà essere alterata o modificata in nessun modo: inserire un interruttore di qualsiasi tipo invaliderebbe la certificazione e comporterebbe un grosso rischio per l’utente.

Perché in alcuni casi si è pensato di inserire un interruttore sulla presa a sul cavo?

La differenza fra un sistema di ricarica di una vettura elettrica e quello dell’Amì è che le auto elettriche sono in grado di comunicare con il Wallbox ed eventualmente di informare dello stato della ricarica e della batteria. L’Amì non lo può fare perché la sua spina Schuko può solo trasportare l’energia assorbita ma non di comunicare con il Wallbox. In alcuni casi questa mancanza di comunicazione può creare problemi visto che esistono alcune colonnine, pochissime in verità, che richiedono un “handshake”, una comunicazione iniziale, per iniziare la ricarica mentre una volta iniziata la ricarica tutte le colonnine bloccano la presa durante la ricarica. Bloccare la presa durante la ricarica è importante sia per evitare la manomissione o il furto del cavo che per non mantenere esposta la presa mentre la stessa è sotto tensione. È questo il motivo per cui alcuni utenti hanno modificato la presa Tipo 2 aggiungendo un interruttore che permetterebbe di comunicare alla colonnina la fine della ricarica e richiedere lo sblocco della presa. Si deve però notare che qualsiasi modifica fatta alla presa Tipo 2 non è autorizzata dal fabbricante, invaliderebbe la certificazione di conformità ed eliminerebbe l’impermebilità della stessa, esponendo gli utenti al rischio di folgorazione.

In ogni caso è importante che, per ragioni di sicurezza, il cavo lasciato incustodito durante la ricarica non possa essere staccato mentre si ricarica; quindi, non solo la presa Tipo 2 deve rimanere bloccata dalla colonnina ma anche la presa Schuko non deve essere lasciata esposta e incustodita. La soluzione adottata è quella di inserire la spina dell’Amì e la presa Schuko del cavo adattatore all’interno dello spazio dell’Amì usato per riporre il cavo quando non è in uso e di chiudere la portiera. Come già detto, mantenere tutto il cavo dell’Amì in questa posizione porterà a un leggero aumento di temperatura dello stesso durante la ricarica ma da studi effettuati si è verificato che la variazione di temperatura è minima e quindi non rilevante (vedi il nostro articolo su Sistemi di ricarica, uso di convertitori e prolunghe).

Per potere effettuare tale operazione il cavo adattatore dovrà essere sufficientemente lungo e dovremmo quindi escludere tutti quei cavi di lunghezza limitata che lascerebbero la spina e la presa Schuko accessibile durante la ricarica.

E da notare che in alcuni paesi, tra cui l’Italia, è inoltre proibito utilizzare prolunghe e adattatori sul suolo pubblico. È quindi imprescindibile che dall’Amì fuoriesca solo il cavo e la presa Tipo 2 che rimarrà collegata alla colonnina durante la ricarica.

Che tipo di APP è meglio usare per la ricarica da un Wallbox pubblico?

Visto che l’Amì non è in grado di comunicare al Wallbox informazioni sullo stato della batteria e attivare o disattivare la ricarica sarà necessario informare manualmente per potere sbloccare la presa Tipo 2. In teoria è possibile farlo utilizzando il nostro cellulare e un’APP ma in pratica suggeriamo si usi sempre una carta o un token RFiD affinché tale operazione sia sempre fatta “localmente”, sia per attivare la ricarica che per terminarla, e non sia invece legata alla disponibilità di rete o al corretto funzionamento dell’APP. Noi ne abbiamo provato diverse che permettono di ricaricare su colonnine di gestori diversi a tariffe molto convenienti. Abbiamo scelto Nextcharge o Evway. Evway fornisce un comodo token che può essere abbinato al portachiavi e rende innecessario portare con se la tessera, come nel caso delle altre opzioni.

Utilizzando la scheda RFiD o il token si può attivare e disattivare la ricarica solo avvicinandolo alla colonnina e seguendo le istruzioni che appaiono sullo schermo della stessa senza necessità di collegarsi in remoto al sito del gestore utilizzando un APP o un sito Web. Quindi sarà possibile operare anche se intervenissero problemi di connettività.

Token RFID di Evway. Permette la ricarica da colonnine di quasi tutti i gestori

Posso ricaricare dal Wallbox mentre piove?

Le prese e le spine Tipo 2 sono impermeabili e certificate per essere utilizzate anche sotto la pioggia. E’ per questo necessario assicurarsi che non siano in alcun modo manomesse o che presentino rotture o crepe che possano far passare l’acqua all’interno delle stesse. Naturalmente si dovrà procedere con estrema attenzione: assicurarsi di avere le mani ben asciutte ed evitare di collegare la presa al wallbox sotto la pioggia. Una volta collegata la presa Tipo 2 alla colonnina si potrà lasciar ricaricare in sicurezza anche se la stessa si troverà sotto la pioggia. Prestare la stessa attenzione al ritirare la presa. In ogni caso il sistema di sicurezza della colonnina impedirà l’estrazione della presa quando la stessa si trovi in tensione.

Posso usare una colonnina che sia già dotata di cavo e presa Tipo 2?

Purtroppo, no. Questi cavi vanno collegati direttamente alla presa di ricarica delle auto elettriche e anche se sarebbe tecnicamente possibile utilizzare un adattatore ciò sarebbe estremamente rischioso oltre che illegale.

Ricarica da Wallbox e garanzia

Alcuni concessionari Citroen hanno informato i loro clienti che caricare l’Amì a una colonnina pubblica invaliderebbe la garanzia. Ciò è falso, infatti la stessa Citroen vende un adattatore Schuko/Tipo 2 che ha però lo svantaggio di essere costosissimo e di non potere essere utilizzabile in Italia visto che lo stesso rimane esposto al pubblico durante la ricarica e ciò rende, come già detto, illegale il suo uso.

“Il manuale di istruzioni dell’Amì a pag. 21 indica: “Non utilizzare mai il cavo di carica con una prolunga, una presa multipla, un adattatore di conversione o in una presa elettrica danneggiata. Non immergere mai il cavo di carica in acqua. Non tentare mai di spostare il veicolo utilizzando il cavo di carica.

In realtà l’energia erogata dalla colonnina e trasferita all’Amì attraverso il cavo adattatore ha esattamente il voltaggio e l’amperaggio richiesto per la ricarica della vettura. Addirittura, i Wallbox sono ancora più sicuri per la ricarica visto che devono essere dotati di una linea di terra di buona qualità, sicuramente migliore di quella che troviamo nelle nostre prese domestiche.

In conclusione, possiamo affermare che non esistono problemi di sorta per la ricarica delle nostre Amì utilizzando una colonnina di ricarica (Wallbox) pubblico o provato sempre che si utilizzi un cavo adattatore adeguato in condizioni di sicurezza. Affinché ciò succeda si deve:

  1. Utilizzare solo un cavo adattatore di alta qualità e debitamente certificato dal fabbricante
  2. Evitare di usare un cavo o una presa che sia stata manomessa, riparata o modificata
  3. Utilizzare una scheda o un token RFiD per abilitare la ricarica e soprattutto per terminarla e per potere sbloccare la presa Tipo 2 in sicurezza
  4. Durante la ricarica da una Wallbox pubblica riporre sempre la spina e la presa Schuko nell’alloggiamento dell’Amì dove si mantiene normalmente il cavo e chiudere la portiera con chiave se si lascia la vettura incustodita durante la ricarica.

Ecco un adattatore/prolunga che risponde pienamente ai requisiti tecnici e di sicurezza che abbiamo indicato ed è convenientemente disponibile su Amazon: ITSYN Cavo Adattatore Tipo 2 – Shuko da 4 Metri con Borsa per Citroen Amì e Altre

https://www.amazon.it/ITSYN-Cavo-Adattatore-Tipo-Citroen/dp/B09H671YFR

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Sistemi di ricarica: Uso di convertitori e Prolunghe

Ricariche domestiche e da colonnine pubbliche: analisi di possibili rischi

Tutti voi avete sentito parlare della problematica relativa a un possibile e pericoloso surriscaldamento dei cavi elettrici e soprattutto delle prolunghe, utilizzati per la ricarica della Citroen Amì.

La stessa Citroen raccomanda di estrarre tutto il cavo dalla vettura durante la ricarica, operazione che non è sempre conveniente da fare, a casa perché spesso utilizziamo una prolunga e non vogliamo estrarre tutto il cavo per poi doverlo riporre nuovamente, operazione poco comoda e per cui ci si sporca spesso le mani. Sarebbe più comodo estrarne solo una piccola parte, diciamo circa 50 centimetri, collegarlo a una prolunga adeguata e poi riporre il cavo con molta più facilità una volta effettuata la ricarica. Ma sarà possibile farlo senza che il cavo non estratto si surriscaldi eccessivamente?

Inoltre, sappiamo bene quanto sia importante utilizzare una prolunga adeguata, con cavo di almeno 1.5mm di sezione, meglio ancora se di 2 o 2.5mm, ma cosa succede se utilizziamo una di quelle comode prolunghe che mantengono il cavo arrotolato? Le istruzioni consigliano sempre di srotolarlo prima dell’uso, ma è veramente necessario?

Per ultimo, abbiamo visto che esistono nel mercato degli adattatori/convertitori da presa Shuko a Tipo 2 per ricaricare l’Amì da una colonnina pubblica. In Italia l’uso di adattatori sul suolo pubblico è proibito perché chiunque lo potrebbe staccare mentre è sotto tensione con il rischio di folgorazione. Una buona alternativa sarebbe quella di inserire l’adattatore Shuko già collegato con la spina dell’Amì all’interno del compartimento dove viene riposto il cavo di ricarica. Ma esiste in questo caso la possibilità che il cavo si surriscaldi pericolosamente?

Queste sono le tre domande che ci siamo posti e per dare una soluzione ci siamo dotati di un a termocamera professionale TESTO 872 e di un software per l’elaborazione di immagini termiche. Inoltre abbiamo utilizzato i nostri dispositivi Sonoff sia per monitorare l’assorbimento di energia che la temperatura e umidità ambientale.

Ecco i risultati:

  1. Prima prova. Ricarica domestica fatta utilizzando una prolunga industriale da 2.5mm ed estraendo solo 50cm di cavo dall’Amì. Le prese Shuko maschio-femmina rimangono all’esterno.
  • Condizioni ambientali e carico:

Risultato della prova:

In questo caso la temperatura massima viene raggiunta dal cavo mantenuto all’interno dell’Amì ma la stessa non supera i 28.4 gradi, solo di 8.61 superiore alla temperatura ambientale.

  1. Seconda prova. Ricarica fatta da una colonnina pubblica utilizzando un cavo convertitore da Shuko a Tipo 2 mantenendo le presa e spina Shuko completa inserita all’interno dell’Amì e chiudendo la porta e una temperatura ambientale di 21.6 gradi.

Al completamento della ricarica la temperatura massima viene rilevata nel cavo riposto all’interno dell’Amì con solo 26.7 gradi. 5.1 gradi superiore rispetto alla temperatura ambientale.

  1. Terza prova. Ricarica domestica fatta utilizzando una prolunga di 25 metri da 1.5mm quasi completamente arrotolata ed estraendo solo 50cm del cavo di ricarica dell’Amì.

Con una temperatura ambientale di 16.47 gradi il cavo risposto all’interno dell’Amì ha raggiunto una temperatura di 21.3 gradi, poco meno di 5 gradi superiore alla temperatura ambiente, mentre il cavo arrotolato della prolunga ha raggiunto 39.6 gradi. Una temperatura superiore di ben 23.13 gradi superiore alla temperatura ambiente.

Conclusione:

Mantenere il cavo di ricarica all’interno dell’Amì non rappresenta mai un pericolo visto che la temperatura effettivamente si incrementa lievemente ma non rappresenta mai un pericolo, sia nel caso della ricarica domestica mantenendo la spina e la presa Shuko all’esterno che in quello della ricarica fatta da una colonnina pubblica mantenendo la spina e la presa Shuko all’interno della vettura. Anche l’uso di una prolunga estesa durante la ricarica non rappresenta nessun rischio sempre che il cavo abbia un diametro di almeno 1.5mm. Per ultimo, utilizzare una ricarica mantenuta arrotolata presenta un rischio moderato, specie se esposta al sole o in temperature ambiente elevate. In questo caso è sempre meglio srotolare il cavo per evitare l’effetto “bobina” che genera un certo surriscaldamento. Si deve considerare che la temperatura massima sopportata dal cavo della prolunga a norma dev’essere compreso fra 70 e 100 gradi centigradi.

Elementi utilizzati

Termocamera TESTO 872:

https://www.amazon.it/Testo-termocamera-termografia-immagine-0560-8721/dp/B01N4MNIOR?th=1

Prolunga da 25 metri con avvolgicavo:

https://www.amazon.it/MASTERPLUG-ProXT-Avvolgicavo-Robust-25m/dp/B00J9MLN9C?th=1

Prolunga adattatore Shuko-Tipo 2:

https://www.amazon.it/ITSYN-Cavo-Adattatore-Tipo-Citroen/dp/B09H671YFR

Sistema per la gestione e il monitoraggio della ricarica:

Sistema autocostruito basato su componenti Sonoff